Digitalizzazione PA: come cambierà il profilo del personale impiegato?

L’innovazione tecnologica ha oggi un ruolo fondamentale e vede i giovani come principali protagonisti della transizione digitale già in atto. La sfida della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione in questo senso mette in luce uno scenario futuro in cui la padronanza degli strumenti informatici è basilare.

Un personale “digitalmente attrezzato”

Le aspettative sulla sfida della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione sono alte. Il Ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta ha rilasciato un’intervista in cui ha sottolineato l’impegno nello sviluppare un ecosistema di strumenti di fruizione dei dati migliore. A questo proposito, il progetto Init verte sul vincere la sfida dell’interoperabilità delle banche dati ed entrerà a regime nel 2023. Ma come vincere questa sfida della digitalizzazione della PA semplificandone la fruibilità?

Grazie alle opportunità generate dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), la chiave è il reclutamento del personale “digitalmente attrezzato”. Soprattutto nel Mezzogiorno, il capitale umano ultracinquantenne non sempre è dotato di competenze informatiche avanzate. Diventa importante invertire questo trend. Predisponendo forme di turn over in grado di fornire innesti di personale più giovane e aperto alla trasformazione digitale.

Digital skills e ricerca di profili alti
A fianco delle opportunità generate dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che risultano elevate, la chiave resta il reclutamento del personale “digitalmente attrezzato”. A fronte di un dato che vede oggi, soprattutto nel Mezzogiorno, capitale umano ultracinquantenne non dotato di tali strumenti informatici, è importante invertire questo trend. Sorge dunque l’esigenza di predisporre forme di turn over in grado di fornire innesti di personale giovane. Affiancare alle competenze tecnico-specialistiche richieste dalla singola PA, anche competenze trasversali avanzate di carattere informatico-digitale è la chiave.

La sfida della interoperabilità, nello specifico, presuppone la presenza di un personale della PA con competenze avanzate. Rendere interoperabili le banche dati vuol dire avere a disposizione ingegneri informatici, sviluppatori, esperti di sicurezza informatica. Affiancare alle competenze tecnico-specialistiche competenze trasversali avanzate di carattere informatico-digitale è fondamentale. Occorre dunque un cambio di paradigma nel piano di assunzioni future, affiancato a una formazione continua per le vecchie e nuove generazioni.