NextGenEU, Recovery Plan e Recovery Fund: facciamo chiarezza sui fondi Ue

NextGenEU, Recovery Plan e Recovery Fund, è bene fare chiarezza sui fondi Ue. Tanto più che ormai è imminente il concorso per l’assunzione di 2800 tecnici laureati da inviare nelle regioni meridionali. Figure che dovranno avere famigliarità con i nuovi strumenti di finanziamento europei. Per risollevare le sorti degli Stati Membri dalla crisi pandemica da SarsCov2, infatti, l’UE si è adoperata per mettere a disposizione tutti gli strumenti economici e fiscali possibili.

In Italia, dalla primavera del 2020, i grandi media hanno cominciato a parlare di piani di sostegno e di rilancio. Creando un bacino informativo accattivante, ricco di espressioni in inglese, ma spesso confuso. Occorre, fare chiarezza, traducendo in maniera opportuna ove possibile.

Il piano di rilancio per l’Europa

Per gli anni 2021-2027, il bilancio UE da 1.824,3 miliardi di euro sarà suddiviso in due grandi capitoli. Il Fondo temporaneo per la ripresa NextGenEU (NGUE), per 750 miliardi di euro, e il Multiannual Financial Framework (MFF), per 1.074,3 miliardi di euro. All’interno del fondo NGUE, il più corposo canale di finanziamento sarà il Recovery and Resilience Facility (RFF). Chiamato erroneamente (e pronunciato ancora peggio) Recovery Fund o Recovery Plan. Entro il 30 aprile 2021, poi, tutti i Paesi membri dovranno presentare un piano, Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per quanto riguarda l’Italia, il Pnrr dovrà essere approvato dal Consiglio Europeo a maggioranza qualificata.

Lo Stato italiano sembra aver fatto un ulteriore passo in avanti indicendo un concorso pubblico indirizzato alle regioni del centro-sud. Il concorso ha per obiettivo il reclutamento di 2800 tecnici a tempo determinato. Le figure ricercate avranno un ruolo di coordinamento nell’ambito degli interventi previsti dalla politica di coesione Ue e nazionale. I cicli di programmazione sono quelli per il 2014-2020 e 2021-2027. Chiaro il dovere di comprendere tutti gli strumenti di cui si compone l’azione europea, specialmente da parte degli “addetti ai lavori”.

La PA e tutti i professionisti che si occupano di gestione dei fondi Ue e supporto delle imprese avranno una grande opportunità da sfruttare. Si tratta di interventi concreti che aumenteranno la professionalità degli individui. Permettendo il tanto agognato avvicinamento delle istituzioni europee, al fine di avere risvolti positivi soprattutto a lungo medio raggio.